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La burrasca “ 'd santa Cicilia” ha portato un po' di pioggia e una neve bassa.

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Per Capodanno “il passato non dimentica” e il nostro meteo “fa ginnastica”.

22/11/2022 - 18:00

La burrasca “'d santa Cicilia” ha risparmiato insieme al Nord Ovest anche la nostra “Granda” andando invece a sbattere con venti violenti e mareggiate paurose tra Tirreno e alto Adriatico. Per l'ennesima volta è stato il nostro “baluardo alpino” ( secondo la militaresca definizione di padre Francesco Denza) a difenderci ma anche a sottrarci piogge e nevi copiose, di cui avremmo estrema necessità. Il vortice perturbato che da dieci giorni seguivamo sui modelli previsionali ci ha soltanto sfiorato scivolando in poche ore proprio a lambire le Liguri e la costa di Ponente per poi volgere verso Est a provocare le mareggiate nella cronaca di queste ore. Il risultato è stato di un inizio delle gocce dopo la mezzanotte di lunedì in un crescendo durato poche ore ma che ha comunque fruttato dai 10 ai 15, massimo 20 millimetri che corrispondono ad altrettanti litri per ogni metro quadrato di terreno. Ma l'attesa che accompagnava la scadenza del giorno di santa Cecilia era quella della neve, dell'arrivo della prima neve alle quote nostre abituali, quelle attorno ai 500/550 metri di altitudine. I modelli quasi concordi, partiti inizialmente dalla promessa di una bella nevicata, si sono via via afflosciati su incerti e fuggevoli cenni a qualche spruzzo di acqua e niente più lasciandoci però  nella convinzione che invece qualcosa, non troppo ma qualcosa, sarebbe successo. Ed era questa la nostra convinzione di lunedì pomeriggio quando, mentre nuvoloni cupi oscuravano il cielo verso Ovest, chiedevamo al nostro benzinaio se secondo lui sarebbe piovuto o addirittura nevicato. Sempre sicuro come d'abitudine, senza incertezze, sentenziò che nulla sarebbe successo (come peraltro anche vari siti meteo ripetevano in quelle ore). Per questo le prime gocce fattesi poi a tratti più spesse, quasi di pataràs, ci confortavano piuttosto nel nostro ottimismo e nell'abitudine a cercare di indovinare il tragitto “alpino” di queste tempeste atlantiche. Lo spettacolo di martedì mattina dell'arco imbiancato a partire da quote tra i 750 metri e i 900, a seconda delle valli e delle zone, ci ridava una certa fiducia sulle sorti dell'inverno un po' come se le capacità divinatorie di santa “Cicilia” si applicassero nell'occasione al futuro di una stagione che -freddolosi o no- vogliamo ormai tutti nevosa e quindi apportatrice di un po' di serenità. Dire come sarà l'inverno richiede arti ancora sconosciute, ma i modelli azzardano a parlare di una tendenza verso una stagione che inizia  blandamente ma che dovrebbe poi ritrovare carattere verso la metà. Qui, mentre osserviamo compiaciuti la stradetta che porta al rustico di collina ancora pulita, sgombra dalla neve, ci limiteremo a pensare che questa dovrebbe essere stat l'ultima pioggia di novembre, mese quindi ancora disperatamente poco bagnato.  Le massime risaliranno un po' sino al sereno fine settimana poi  qualche nuvola e freschetto ma nuove piogge sono previste soltanto per inizio dicembre.
Romano.fulvio@libero.it

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