06/12/2022 - 17:45
Che l'inverno stia tornando a fare l'inverno e che la neve torni assieme all'acqua così tanto da rimpolpare gli esangui nostri nevai o ghiacciai di un tempo? Forse questa domanda ce la stiamo facendo un po' tutti, specie dopo i primi passi della stagione che prepara il Natale e dopo le prime avanzate arrembanti dell'Atlantico che hanno innescato le prime nevicate a bassa quota. Su queste “promesse” di neve potremmo scrivere (interessasse a qualcuno) una sorta di feuilleton meteo che partirebbe dai primi annunci già a novembre, peraltro del tutto inevasi, di nevicate a bassa quota ma puntualmente vanificati da quanto poi avvenuto. Più volte i modelli matematici, quasi a voler darci una mano nella nostra piccola guerra contro la siccità e per la neve ristoratrice di un passato glorioso, avevano annunciato una nevetta almeno fino ai 500 metri di quota ed anche più in giù. A dire il vero avevamo sempre dubitato di questi annunci così gloriosi di una bella sfarinata regalataci dalla nostra “Frau Holle”, che da sempre percorre tra pianura e colline seminando a terra fiocchi e batuffoli di neve. L'immagine della cavalcata bianca della fata-strega celtica ci aveva da sempre affascinato, fin da bambini, con le cartoline colorate che la ritraevano distribuire generosamente fiocchi a volontà. E tale la immaginiamo da sempre, alle prime nevicate decembrine, e talora anche novembrine. Poi, finalmente, con santa Bibiana prima e poi con santa Barbara (rispettivamente 2 e 4 dicembre) queste fantasie predittrici della bianca visitatrice hanno preso corpo quando abbiamo visto le webcam inquadrare una Ceva con i tetti imbiancati o un turbinio di più che pataràs avvitarsi orgoglioso sulla terra di Bagnasco. Percorrendo ieri la statale del Colle di Nava abbiamo così apprezzato la bella spolverata bianca che illuminava la cresta che separa il nostro mare dalla nostra pianura e che resisteva al sole grazie a temperature ormai precipitate la notte verso il basso. Santa Bibiana, santa Barbara, sante della neve così come l'Immacolata dell'8, la nostra “Madòna 'd l'Avént” che di solito porta sulle Alpi quello strato che farà poi da zoccolo a tutta la neve che il cielo si degnerà di portare fino a marzo ed oltre. Certo, gli sci e la loro stagione che potrebbe finalmente fare a meno della neve “falsa”, quella che non è neve ma artificio forse peggiore del male. Ma soprattutto acqua, quella di cui i nevai sono magazzino e che forse potrà rinvigorire fonti ormai esauste o seccate. L'attesa è adesso per la neve dell'Immacolata. I modelli sono concordi: una percussione umida sarà sostenuta da un richiamo di aria fredda da Nord, il mix ideale per una fiocca decembrina. Arriverà, non sarà molta (30 cm sul Mondolè e 25 sulla Panice?) ma sarà la benvenuta perché subito dopo le temperature precipiteranno verso il basso con massime che nel giorno di santa Lucia promettono di essere sullo zero netto netto, spaccato. Così, torna la neve e torna il freddo. Un mix che sembrerebbe farci tornare ad un po' di normalità.
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