31/01/2023 - 17:26
È una settimana ricca di eventi, di suggestioni calendariali e di speranze di piogge. Cominciamo da queste ultime, che sono alla fin fine la nostra urgenza maggiore. Non spaventiamoci troppo pensando alle piogge mancate se è da lunedì che vediamo il sole in un cielo specchiato e i termometri pian piano risalire dai geli dell'ultimo fine settimana fino a massime che -nel prossimo- saranno da inizio della bella stagione. Certo, c'è l'anticiclone che dalla Spagna àlita su di noi arie temperate e, dall'altra, anche infiltrazioni da Nord che, mentre nevicherà in Francia-Svizzera e sulle creste alpine settentrionali, da noi a tratti si faranno favoniche e quindi tiepide specie nei fondovalle. C'è l'alta pressione e ci saranno insieme temperature primaverili sorrette dal Foehn, ma da lunedì prossimo lo scenario potrebbe cambiare con l'inizio di una fase in cui dovrebbero essere prima i Balcani a portare aria più fredda ma nessuna precipitazione né maltempo sulla Granda. Poi verso metà settimana, potrebbe bessere l'Atlantico a rifarsi vivo con una possibile nevicata prevista dal modello europeo tra giovedì e sabato sul nostro arco alpino (anche se la pioggia in pianura mancherà ancora di carattere). A sua volta il modello americano prevede invece -bontà sua- acqua sulla nostra provincia già tra lunedì e martedì con qualche fiocco in montagna. Insomma anche i modelli matematici impazziscono nel cercare di capire se e quando pioverà su questo nostro angolo nordoccidentale -in Europa il più evitato dalle piogge- e se e quando potremo uscire da questo incubo. Queste le speranze, nient'altro che speranze, che la settimana ci offre, Per gli eventi non abbiamo che da scegliere. Intanto quelli ormai passati, come “i tre giorni della Merla” , di cui vorremmo qui ricordare che in realtà sono i tre giorni sottratti nel calendario romano a febbraio quando si attuò il passaggio dal calendario lunare a quello solare con l'aggiunta di due mesi (gennaio e febbraio) ai dieci originari e quindi con una trasformazione del tempo da una visione “femminile” (quella lunare) ad una “maschile” (quella solare) che dura tuttora. I tre giorni della “Merla” (una merla appunto, non un merlo) non sono mai stati da noi i tre giorni più freddi dell'anno, visto che in Piemonte e nella Granda il gelo più gelido colpisce (o colpiva) sempre tra il 13 e il 15 gennai, ma piuttosto invece erano i giorni dedicati alla previsione della fine dell'inverno e dell'arrivo della primavera. Proprio come l'Orso lunare della Candelora che nella notte del 1° febbraio scruta a mezzanotte il cielo per scorgere la fase della Luna: se è piena tornerà in letargo perché la “prima” è ancora lontana, se vede “scuro” perché c'è la Luna “nuova” uscirà ad annunciare insieme al Carnevale l'arrivo della primavera. Ma le suggestioni non finiscono qui. Mentre aspettiamo di ritornare sulla nostra collina, con la neve in ritiro dalla stradetta che vi conduce, non mancheremo di cercare nel cielo del Nord, vicino ai “Carri” la cometa di Nenanderthal, dal periodo così lungo da essere già passata da noi soltanto 50 mila anni fa, appunto al tempo dei nostri progenitori neanderthaliani. Il massimo della visibilità è in queste notti prima del far dell'alba e prima dell'arrivo della Luna piena che potrebbe abbagliare la sua già pallida luce verdastra. Binocolo, giacche a vento e moon booth ai piedi, sito buio e binocolo: non mancheremo di cercarla mentre si avvicina al Sole. Alzare gli nocchi dalla terra al cielo ogni tanto fa veramente bene.
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