28/02/2023 - 16:23
Da quando si sono fatte sempre più rade, tutte le nevicate riflettono come uno specchio ciò che siamo diventati. Anzitutto c'è il “prima” della neve, i giorni che precedono l'evento e in cui si lanciano gli allarmi, le allerte o soltanto le previsioni di ciò che si pensa accadrà nei giorni a venire. Qui occorre dire che, secondo la tradizione folklorica dell'Orso della Candelora, predittore del tempo che farà dopo il 2 di febbraio, siamo tutti diventati Orsi che la sanno lunga (o almeno così crediamo) su che cosa succederà. Anche qui -come sempre- le schiere si dividono in due. Da un lato quelli che irridono all'articolo sguaiatamente, abituati come sono a ringhiare anche quando battono sulla tastiera dei “social”. In genere approfittano dell'occasione per esprimere la loro visione e conoscenze del “meteo”, del clima e di quel che farà. Esercizio più che legittimo, che anche in questa rubrica cerchiamo di rinnovare di settimana in settimana dal 2000 informando e riflettendo su ciò che cambia nel tempo che fa. Soltanto che i “leoni da tastiera” manco leggono gli articoli di previsione o di commento, limitandosi il più delle volte ai titoli per poi sbroccare nei loro commenti, dopo una sola sgangherata frase, in insulti corredati da non meglio precisate previsioni di altre fonti. Oppure, e arriviamo alla seconda schiera di “predittori”, ci sono gli epigoni del “ma è sempre stato così”, “cosa dite che il clima cambia...”, “basta con il terrorismo climatico”, “lasciateci stare in pace”... “ecchi se ne frega” e via dicendo. Tant'è. La maggioranza, naturalmente, sono invece lettori competenti e dialoganti che prendono parte alle preoccupazioni di tutti per ciò che sta capitando alla nostra acqua o alle nevi, ritornate comunque in questo finale di febbraio e inizio di marzo, secondo l'antico principio che da noi dire addio all'inverno è sempre prematuro. Così, la nevicata “di san Mattia” quella che ci può dire “l'inverno come sia”, ci ha regalato quella trentina di millimetri di acqua, quella trentina di centimetri di neve sugli altipiani, quei 45 in collina e quei 50/70 e più in montagna che avevamo tanto sperato. Non basteranno a risolvere la siccità, ma si tratta di un respiro per tamponare una situazione sempre più critica dopo un autunno tra i più aridi della nostra storia meteo e un inverno da 80/90 millimetri di acqua (ma sempre meglio dei 10 scarsi dello 2021/22). Un inverno meteo (terminato ieri, 28 febbraio) che comunque è stato di circa un grado e mezzo più fresco di quello dello scorso anno e con un febbraio che a sua volta è stato il meno caldo degli ultimi cinque. Da qui a giovedì pioverà e nevicherà ancora, specie nella notte tra mercoledì e giovedì. Poi, nel fine settimana ecco la rimonta anticiclonica con la ripresa anche delle temperature massime. Si ripeterà l'altalena tra bello e brutto, tra caldo e freddo? La speranza è al momento che nella prossima settimana si crei un po' di spazio per l'Atlantico e le sue perturbazioni.
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