09/05/2023 - 17:41
Maggio si conferma mese “salva-annata” e il vedere quei calendari meteo che su Internet disegnano le gocce di pioggia nei giorni a venire invece che di cupezza ci riempie di sollievo. Certo, ci dispiace per le rose inglesi, le più delicate, che si piegano e abbandonano a terra i petali bagnati dagli scrosci di questi giorni e soprattutto dalla bella bagnarola del 30 aprile-primo di maggio. Ci dispiace per le ciliegie Bigarreaux che si erano con il sole gonfiate e stavano già cominciando a colorirsi di un bel rubizzo e che ora invece si afflosceranno in gran parte e cadranno a terra a riempire di birille verdi il prato. Così come anche il corteo bianco di spiree che, appesantite dalla pioggia si curvano e ci gocciolano nel collo mentre apriamo il cancello di legno contenti di ritrovare non solo l'erba ma anche la terra ben inzuppata da quei 250 millimetri che sono scesi sulla nostra collina. Le spiree piegate da un lungo pianto liberatorio, così come il viburno opulus che a sua volta ha ripreso a sovrastare il cancello a mo' di arco aereo di palle bianche, erano d'altronde una cornice consueta del mese di maggio che il canto del coucou aveva già annunciato essere nella norma, dopo tante eccezioni. Un maggio che salva l'annata, appunto. Non tanto per le nostre dilettantesche patate che però finalmente spuntano con le prime foglie sotto la spinta di tutta quell'acqua, ma un “salva-annata” per chi ha seminato il grano e che d'ora in poi non avrà più tanti fastidi, fiducioso in un giusto raccolto. Un maggio benefico per tutto grazie alle attuali promesse di altra acqua, non troppa, che andrà però ad aumentare un tesoretto non ancora sufficiente per colmare la nostra sete che patisce un deficit di più di mille millimetri, più di mille litri per metro quadro che dalla primavera del 2021 mancano all'appello. Non basterà ancora, ma è una speranza che si allarga. Certo, le Langhe sono ancora sacrificate così come il Monferrato e la pioggia benedetta di maggio ha finora asperso poco le colline, abbastanza i fondovalle e molto di più man mano che si avvicinava alla montagna alpina. Fino a raggiungere il massimo in quella valle Pesio che avevamo percorso giusto il 25 aprile quando, prima di omaggiare il sacrario dedicato a chi aveva donato la vita per la nostra (così sovente sprecata) libertà, avevamo sostato sul ponte della Certosa per osservarne le acque, che già ci sembrarono allora desiderose di anticipare l'exploit. La variabilità è tornata a percorrere il nostro angolo tra alpe e mare: a Mondovì contiamo -con l'Arpa- finora una settantina di mm, a Cuneo un 127 e per i prossimi sette-otto giorni i modelli promettono tra i 20 e i 40 millimetri i più pessimisti e tra i 40 e i 70 millimetri, i più ottimisti. Comunque non sembra (in base a calcoli probabilistici dei supercalcolatori) che la nostra zona possa essere coinvolta in eventi estremi. Le giornate da qui a domenica si spartiranno le ore di sole, di nuvole e di temporali secondo una scaletta mattino-pomeriggio-sera notte. Da giovedì calano le massime per arrivi da Nord mentre anche i temporali aumenteranno fino a sabato la loro portata. Domenica mattinata e pomeriggio prevalenza di sereno, in serata piogge. Intanto sulla nostra balza è arrivata l'ora del trionfo del sambuco. Il profumo di seme terragno invade la collina e si sovrappone al biancospino e alle spiree. Cosa di più?
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