23/05/2023 - 17:25
In occasioni come questa c'è poco da dire. Sono quei momenti in cui la pensiamo tutti allo stesso modo. Ma non come nei momenti tristi, o addirittura tragici (penso all'Emilia-Romagna) in cui è il dolore a coinvolgere ed unire, la sofferenza per gli altri e per se stessi ad indurci a compattarci. C'è, per fortuna nostra, soprattutto una sorta di grazia ricevuta. C'è anche a volte un pensiero, un'emozione che uniscono per uno scampato pericolo, per un incubo finito o perlomeno interrotto. Anzi sono due gli incubi che ci lasciamo almeno per un po' alle spalle. Quello della siccità ormai quasi eterna, anzitutto, che temevamo ci avrebbe messo in ginocchio già prima dell'estate. Figuriamoci dopo. E poi, quello più urgente, della sera di venerdì e della notte su sabato, che avevamo paventato già la scorsa settimana: che dopo poca o niente acqua ne arrivasse troppa, tale da farci rimpiangere la siccità. Non è successo per fortuna nostra. Perché dopo aver scaricato 166 millimetri ai Passionisti, 125 a Mombarcaro (con il Mongia a sfiorare la presoglia di allarme ), 170 a Frabosa soprana con il Corsaglia a raggiungere il livello di “guardia”, più di 200 a Roccaforte mentre l'Ellero ruggiva a Mondovì sabato le piogge si sono smorzare tra il sollievo generale. Questo mese di maggio, uno dei cinque più bagnati della nostra storia meteo ha ancora una volta messo in gioco la zona che chiameremmo della Bisalta e alpi vicine che, insieme a quella attorno al Monviso, per raccogliere il grosso della perturbazione spinta da Sud Est contro il nostro arco montano. Zona, la nostra, di piccoli torrenti che hanno convogliato a valle l'acqua di oltre 300 millimetri piovuta sull'Alta Valle Pesio mentre il vicino poderoso Tanaro che avrebbe potuto convogliarne ben di più lungo il suo corso era rimasto tranquillo con pochi scostamenti dal livello dignitoso già ottenuto con le piogge di inizio mese. Le langhe, anche monregalesi, finalmente con un po' d'acqua, adatta magari al trapianto primaverile delle barbatelle e comunque per dare linfa ai grappoletti, le colline alpine irrorate fino ad oltre i 250 mm, gli altipiani subalpini arrivati a Cuneo oltre i 190 mm, il tutto con “soltanto” qualche piccola esondazione frana alpina... Insomma, cosa vogliamo di più? Tornati al nostro casotto dopo le sfuriate da 250 mm abbiamo finalmente potuto riascoltare l'acqua della fontana. La sorgente antica, data sulle carte come perenne, ha resistito all'insulto di tanta siccità e sentire l'acqua tuffarsi nella vasca è più piacevole che ascoltare l'amato Lied von der Erde di Mahler. Tanto più che merli, cuculo e quant'altri animaletti del bosco pensano dal canto loro ad aggiungere un colore folklorico alla suggestione musicale. Le rose antiche hanno resistito, tutto sommato. Persino la delicata e delicatamente rosa Irene Watts ha trovato modo di sbocciare. Anche il maggiociondolo che ogni anno vorremmo tagliare per dare spazio e luce a quella antica Calvilla rossa ce lo ha impedito dopo essersi acceso di cento grappoli gialli. Una rinascita, di cui ormai quasi disperavamo. Una pausa, un regalo, magari del tutto temporaneo e provvisorio, ma che ci basta per uscire per un po' dall'incubo.
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