13/06/2023 - 18:00
Siamo arrivati a metà giugno e osserviamo un cielo sempre nuvoloso che dal primo di maggio ci ha deliziato prima di piogge tanto attese ma poi via via, man mano che continuavano imperterrite a bagnarci, oggetto di borbottii fino a veri e propri improperi (peraltro poco efficaci per allontanarle). La statistica ci aiuta a spiegare il nostro “amértume” meteorologico, visto che delle ultime 45 giornate ben 32 hanno visto scenari oscillanti tra il breve scroscio primaverile e la bagnata totale da autunno pieno, con in mezzo tutti i possibili intermezzi temporaleschi immaginabili. Alla fine le giornate serene, quelle trionfanti di aria limpida e di panorami estatici, sono state poche, una dozzina o poco più se contiamo anche le “mezze giornate di sole”, quelle da scegliere per il loisir all'aria aperta. Una scelta difficile quando manca l'anticiclone (sia esso quello delle Azzorre piuttosto che quello africano) a farci da ombrello... A questi pensiamo ormai dopo tanta pioggia, tanto così, per farci ricordare che il solstizio è vicino e sarebbe, anzi è, quello dell'estate. Il Pesio, che riesce ad esser azzurro anche con un cielo bigio, gorgoglia di nuovo sotto il ponte della Certosa e persino il Brobbio dopo giorni di piene ruggenti è tornato a quella calma fluida, ricca di pascoli che come un tempo ancora ospitano “strì”, trutine e forse sotto ai sassi le “bote”. In collina le riserve d'acqua del casotto sono ormai di quattromila litri ma se continuasse così le useremo solo per lavare l'auto. Le patate sono tornate ad un fulgore vegetativo che da almeno tre anni non vedevamo e aspettano ormai che ci decidiamo a scegliere la giornata buona per rincalzarle senza affondare nel fango alla caviglia. Il letto di foglie del bosco, impastoiato nell'acqua, prometterebbe il ritorno ad una annata di funghi da anni sottrattaci, quando non dalle siccità che hanno colpito le balze basse di collina, dai “fungaleros” che -dicono- vengono a passeggiare nel bosco per … respirare aria buona. Ma è qui che scatta la speranza dell'arrivo dell'estate. Celestino, che il bosco lo conosce, ci conferma che bisogna aspettare la luna nuova per vedere finalmente qualche porcino spuntare da sotto la coperta di foglie morte. Anche se la luna “nera” non basta, perché non dovrebbero esserci arie in giro tali da impedire con il loro secco agli umori della terra di esprimersi in un boulè, in una garitoula e non soltanto in una rossa colombina che regge sì all'arido ma che se la mangi poi la patisci. Così, aspettiamo la svolta che ci promettono la luna nuova contadina (che non solo porta funghi ma anche cambia il tempo) e una volta tanto anche alcuni modelli previsionali. Un primo accenno di svolta perché dopo un discreto fine settimana altri disturbi segneranno il tempo tra lunedì e il solstizio del 21 giugno. Però dovrebbe essere poi questo -come sempre avveniva un tempo- il giro di boa verso l'estate.
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