24/10/2023 - 16:25
Checché se ne pensi ci sono sempre le settimane di svolta stagionale. Possono sì aumentare le temperature, possono diminuire le piogge come negli ultimi tre anni per una siccità mai vista. Possiamo ritrovarci con un clima poco riconoscibile, più o meno gradito a seconda del proprio metabolismo o del plafond di miti ancestrali o infantili in cui siamo stati allevati e che premono sul nostro subconscio. Sempre però ci troveremo a ripetere tra noi e noi che “toh oggi insieme al tempo è cambiata anche la stagione”. Questa settimana di prima e dopo i Tutti Santi e i Morti è da sempre nel Cuneese un momento di svolta. Da noi in particolare, perché qui il meteo e di conseguenza il clima sono dettati dall'anfiteatro alpino che ci abbraccia da tre lati lasciando scoperto soltanto il lato più freddo ma che anche ci difende (a volte fin troppo) dalle ondate atlantiche che portano la pioggia. Ma da sempre è attorno, poco prima o poco dopo, ai Santi e ai Morti che le nostre medie termometriche scendono sotto i 10 gradi, soglia che ci fa entrare nell'autunno-quasi inverno. Decenni fa avveniva prima, ma da vent'anni, anzi da trenta, sempre un po' dopo. Così se trent'anni fa vedevamo il fico della collina perdere d'un colpo tutte le foglie già il 25 di ottobre negli ultimi trent'anni la data media in cui si spoglia si è invece spostata al 6 di novembre. Anzi, nell'ultimo decennio è al 9 che succede. Prima o dopo, la svolta è comunque verso la data di Tutti i Santi e dei Morti, insieme ai primi foliages e alle tradizioni che da sempre li accompagnano. Magari americanizzate ma in realtà nostre in origine, come la questua dei giovani, diventata oggi lo “scherzetto dolcetto”, o la zucca di Halloween in origine il sedano rapa delle nostre campagne, a confermare riti autoctoni dalle profonde radici. Quest'anno le temperature sono (e lo saranno anche nella prossima settimana) ancora lontane dallo scendere decisamente, senza ripensamenti, sotto i dieci gradi di media. Soltanto le due ondate atlantiche, specie la prima, che hanno irrorato tra venerdì scorso e martedì l'arco alpino hanno anche portato vicino ai 10 gradi le medie del periodo. Ma le arie calde che nei prossimi giorni da Sud saliranno ancora fino a noi favorite dalla depressione sul Portogallo-Atlantico spingeranno forse ancor più in là la data delle prime medie più che autunnali ormai quasi invernali. La cosa più importante è però che l'Atlantico sia, dopo tre anni di latitanza, ritornato in forze. La burrasca Aline di venerdì, che da noi -a parte le esondazioni e frane procurate in Val Gesso- è stata contenuta così come la seconda -ancor più moderata- ondata di martedì hanno rimpolpato un accumulo d'acqua piovana che in questo 2023 ci fa tornare nella norma. Un terzo contributo -anche questo previsto moderato- è atteso per il prossimo lunedì. Sembra quasi di essere tornati in un vero autunno. Dopo, chissà, anche le temperature sotto i 10° di media lo confermeranno.
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