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Quando il senso della neve ci pacifica con il selvaggio

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Se un battito d'ali di farfalla può farci tornare al '900

19/11/2024 - 18:00

Ci siamo. Questa volta non sarà ai primi dicembre, come per qualche anno aveva fatto. Non imbiancherà più fino al basso come nel giorno di santa Bibiana dell'anno scorso (in replica del “rituale bianco” del 2020) a suggerire i detti popolari antichi (“santa Bibiana 40 dì e 'na smana”) predittori della neve e del gelo dell'inverno entrante. Non troverò quest'anno la camminata soffice sui primi fiocchi all'Immacolata dell'otto dicembre, come invece nel 2022 e così come anche nel 2021, quasi un antico rituale. Sembra invece che quest'anno potremo replicare con soltanto una settimana di ritardo la sorpresa del 14 novembre di cinque anni fa, quando ritrovammo dopo anni la neve così presto al piano e ne gioimmo in fondo, senza sapere che di lì a poco le giornate di “chiusi in casa” si sarebbero infittite per mesi e mesi mentre le uscite fuori mura o le scappate nel bosco di collina rivestito di un mix di bianco sul marrone dei tronchi sarebbero diventate un sogno come nei paesaggi invernali degli olii e acquerelli appesi in casa di qualche decennio fa. I modelli matematici sembrano ormai convinti che quest'anno la data della “prima neve”, momento topico per un cuneese -in senso lato- doc, è fissata a giovedì 21 novembre. Arriverà, dovrebbe arrivare, dopo un mercoledì in cui sarà già passata da Ovest a Est una prima strigliata artica fatta soprattutto di venti forti sulle Alpi che alleggeriranno (forse) un po' le temperature gelide man mano che si faranno Foehn nello scendere giù per le nostre valli. Dopo una serata di mercoledì tornata serena, ma via via con temperature ormai algide, i sentori forieri di neve giovedì intorno a mezzogiorno si faranno più materici con fioccate brevi ma sincere in quota dapprima alta ma che diventerà poi tanto bassa da sfiorare il  paesaggio fino a quote di 500- 400 metri. Una coltre effimera naturalmente, fatta soprattutto di “pataràs” a tratti più asciutti che sarà accompagnata dalle prime temperature veramente invernali con una quasi nulla escursione termica:  -3° previsti in pianura alta e  5° di massima, una media da novembre degli anni '70 del secolo scorso. Paesaggi dell'anima cuneese che uniscono e contrastano la pacatezza del nostro clima con quegli improvvisi rigori selvaggi che -chissà perché- ci fanno canticchiare e ripetere (insieme a Cat Stevens) il carezzante ritornello “Oh..baby, baby .. it's a wild world”. E in fondo è proprio anche la prima neve che riesce a pacificarci nonostante tutto con il senso di im-perfezione del selvaggio indomito che la natura ci offre. Tant'è, vedremo se le previsioni saranno seguite dalle belle sensazioni così dure a morire. Intanto sarà necessaria un po' di prudenza giovedì sera e poi nella notte per possibili episodi locali (sia nel Monregalese che poi dal Cuneese verso il Torinese) di pioggia che si congela a contatto con l'asfalto e il terreno. Il gelo delle minime durerà fino almeno a domenica quando, dopo un fine settimana pressocché sereno ma con nebbie nelle piane, un nuovo fronte di nuvole si avvicinerà al nostro angolo nordoccidentale

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