10/12/2024 - 08:07
L'orizzonte prenatalizio disegnato dai modelli matematici è vuoto ancora di neve e non abbiamo più parole, né forse fiato, per invocarla. Tra le momentanee apparizioni che l'ECMWF (niente paura, è solo il nome del “modello” meteo previsionale europeo) a tratti ci offre con una continua, ripetuta sicumera che ci pare ormai sospetta e le secchiate d'acqua che il GFS (niente paura, è il modello americano) di norma continua a prometterci o quasi a minacciare, senza però reali e concrete conseguenze, sul nostro cul du sacco alpino continua una giostra di nuvole e schiarite senza neve sia in basso che in quota. È d'altronde questa la “damnatio” dei nostri inverni iniziata già dagli anni '80 e durata con qualche raro intervallo fino ad oggi: la neve che làtita, stenta, appare e si nasconde e che alterna prima un inverno magro se non del tutto secco ogni cinque, che poi diventa uno ogni tre anni, che poi e che poi... se continua così alla fine non la vedremo più. Non ci si inganni con qualche ricordo del passato o con qualche vaga attesa speranzosa recente perché non appare al momento realistico pensare che alla fine tutto si riequilibrerà (se non sarà un saluto finale di “ buona notte al secchio”). La neve, non diciamo in pianura ma anche sui nostri altipiani, ormai è merce rara, occhieggiata, desiderata e sperata di settimana in settimana, specie prima di Natale. Certo, c'è da dire, sarebbe difficile oltre che auto punitivo rimpiangere gli inverni interminabili e asfissianti di neve gelida che nelle strade, allora ancora di calatà sassosi, diventava negli inverni ghiacciati degli anni '60 di settimana in settimana prima fine e poi quasi polverosa, asciutta e irreale come fosse la sabbia di una spiaggia artica da incubo notturno. Però, per contrasto con quei geli non dimenticati, le belle nevicate improvvise, inaspettate e quindi magiche, come quella del 9 dicembre di 34 anni fa quando in un solo giorno scesero e si depositarono nelle vie di Cuneo 105 centimetri di fresca, sono rimaste nel piacevole vissuto fissato nella foto in bianco e nero fatta da Bedino in un corso Nizza trasformato in una pista di sci con quel ragazzo immerso in un soffice mare imbiancato di neve. Quella fu un'eccezione in un momento in cui i nostri inverni di pianura alta perdevano ogni anno decine di centimetri rispetto alle medie degli anni passati. Ormai siamo diventati, un po' come in tutto, incontentabili. Oggi vorremo la neve senza gelo, almeno sotto casa. I fiocchi che durano a terra un giorno, al massimo due, eliminati più in fretta possibile da macchine spaziali mentre una volta in Cuneo vecchia era l'acqua fatta scorrere nelle strade di calatà da sud verso nord a liberare in silenzio dalla neve il passaggio e il mercato delle erbe. I modelli ci hanno già dato almeno tre allarmi del suoi primo arrivo, in gran parte o del tutto sballati. Nevica su su in Piemonte ma poco nulla finora sul nostro arco alpino. Adesso le temperature sono calate sotto i rèfoli girati da nord ad est ma fino al 13-14 e quindi al fine settimana non ci saranno novità: mercoledì nuvole e schiarite con medie fredde di 5-6 gradi, giovedì ancora alta pressione con qualche foschia in più. Un impulso ventoso e perturbato arriverà tra venerdì e sabato ma con pochi e scarsi esiti a quanto pare. Qualche fiocco tra Cozie e Liguri ma difficile una santa Lucia di neve.
Powered by Gmde srl