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Tra storia e leggenda: la nascita di Mondovì

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Tra storia e leggenda: la nascita di Mondovì

21/03/2022 - 22:46

di Alessandro Marini

Mondovì è una città del Basso Piemonte, situata tra le Alpi Marittime, la Pianura Padana e le colline della Langhe. Venne fondata nel 1198, lo stesso anno di Cuneo, in seguito a varie vicende che coinvolsero il Vescovo di Asti, il signore feudale del luogo, terre un tempo appartenenti alla contea carolingia di Bredolo, un piccolo centro che sorgeva nei pressi dell'Antica Pieve di Santa Maria, oggi parte del comune di Mondovì. La città venne abitata inizialmente dalle genti delle comunità di Vico (oggi Vicoforte, dove è possibile ammirare il maestoso Santuario), Vasco e Carassone. I transfughi si rifugiarono su un monte, detto Monte di Vico, a cui diedero l'appellativo di Monteregale, in latino Mons Regalis, per simboleggiare l'indipendenza dai domini feudali di questo nuovo libero comune. Ancora oggi i cittadini di Mondovì vengono chiamati monregalesi, proprio in virtù dell’antico nome della centro abitato. Tra vicende alterne, che la videro conquistatrice, ma più spesso conquistata e a volte distrutta, Mondovì continuò a crescere d'importanza, diventando diocesi nel 1388 e successivamente, tra il XV e il XVI, una città fiorente nonché, la più popolosa del Piemonte, tant'è che nel 1472 venne stampato il primo libro della regione e nel 1560 Emanuele Filiberto vi istituì l'Università piemontese, seppur per soli sei anni, quando ritornò a Torino. Tra il 1680 e il 1699 la città e le sue vallate insorsero per tre volte contro i duchi sabaudi, che nel tentativo di forgiare un forte stato centralista e assoluto, come nel resto d'Europa, decise di revocare gli antichi statuti cittadini, sebbene fossero stati riconosciuti nell'atto in cui il comune si "donava" ai Savoia. Dalle insurrezioni scaturì una sanguinosa guerriglia, che facilitata dai luoghi montuosi e collinari, venne fermata con molta fatica e i ribelli con le loro famiglie furono deportati nel vercellese. Tuttavia, esiste una leggenda legata al folclore e al carnevale cittadino, secondo cui a fondare la città fu la Bela Monregaleisa insieme ad altri contadini e allevatori. Sempre secondo la leggenda essi erano al servizio dell’ultimo dei grandi condottieri Saraceni in Europa (da cui deriva la maschera carnevalesca del Moro), il quale aveva il desiderio di siglare un accordo di pace, per tornare nelle sue terre d’origine, con l'imperatore Ottone I, sebbene quest’ultimo raggiunse quei luoghi per muovergli guerra, per sconfiggere definitivamente questi guerrieri arabi. I negoziati ebbero successo anche grazie all’intervento della figlia dell’imperatore, Adelasia, la quale era scappata da corte, rifugiandosi proprio nel Basso Piemonte, con il suo scudiero, nonchè amante, Aleramo.

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