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I docenti dei Licei contrari allo smembramento della scuola in tre plessi

Costituito un comitato ad hoc che rileva le possibili criticità di tale decisione

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I docenti dei Licei contrari allo smembramento della scuola in tre plessi

30/04/2025 - 16:28

Continua il dibattito sul possibile spostamento dei Licei dalla sede storia di piazza IV Novembre. Sul punto interviene la comunità dei docenti, che ha recentemente costituito un comitato ad hoc. Pubblichiamo di seguito il loro intervento:

“In questi giorni si sono susseguite sulle testate locali le notizie di un imminente spostamento dei Licei di Mondovì dalla sede storica di Piazza IV novembre, cosa che ha destato non poche preoccupazioni tanto nella comunità scolastica quanto in quella civile della nostra città – scrivono gli insegnanti -. Dopo un primo incontro interlocutorio con il sindaco e presidente della Provincia Luca Robaldo, intervenuto in una convocazione straordinaria del Collegio docenti per fare il punto della situazione, permangono non pochi dubbi in merito all’opportunità di tale decisione, comunicata ai diretti interessati solo dopo la pubblicazione dei suddetti articoli. Ciò che desta preoccupazione nel corpo docente – cosa condivisa sia dalle famiglie che dagli alunni – è che tale dislocazione, ipoteticamente temporanea, di parte delle classi del Liceo in altre sedi (la cui durata è al momento quanto mai incerta) possa portare grave nocumento sia al territorio – con un ulteriore spopolamento del rione Piazza - che all’Istituzione oggetto di tale decisione. Per questo motivo il corpo insegnante del Liceo Vasco-Beccaria-Govone ha deciso di costituire un comitato ad hoc per esporre le ragioni delle proprie riserve e sottolineare le possibili criticità di tale decisione. Durante una riunione autoconvocata proprio in questi giorni, gli insegnanti si sono confrontati per redigere un documento da sottoporre all’attenzione degli amministratori, delle sigle sindacali e della cittadinanza monregalese, convinti che sia necessario considerare con maggiore spirito critico le ipotesi fin qui formulate.

Di seguito vengono sintetizzate le ragioni della nostra opposizione:

  • Lo smembramento dei Licei su più sedi potrebbe, nel breve e medio termine, provocare una contrazione delle iscrizioni a favore di Istituti consimili presenti a breve distanza sul territorio;
  • La dislocazione dei docenti nei vari plessi temporanei comporterebbe, inevitabilmente, un danno alla collegialità, alla socialità, alla didattica e alla gestione logistica degli orari scolastici;
  • La cessione dei locali storici di Piazza IV Novembre comporterebbe una perdita di identità e prestigio per la scuola, che già negli anni ha dovuto affrontare non pochi disagi a causa della preesistente presenza di più plessi e della suddivisone dell’Aula Magna (ex Aula Bruno), adibita a classi;
  • Per ciò che concerne la creazione di una nuova sede unitaria per i Licei (ex padiglione Michelotti?) non ci sono al momento tempi certi di esecuzione e consegna;
  • La proposta avanzata dall’amministrazione pubblica comporterebbe un’allocazione ingente di risorse economiche per sostenere nel giro di circa cinque anni – secondo quanto ipotizzato dagli stessi decisori – le spese di ben due traslochi delle aule;
  • La creazione di nuovi ambienti scolastici deve, necessariamente, tenere conto degli oneri derivanti dallo spostamento di laboratori (con conseguenti oneri di adeguamento e cablaggio degli impianti) e attrezzature multimediali, implementate proprio di recente grazie ai fondi stanziati dal PNRR;
  • La solidarietà, mai negata, ad altri Istituti che negli ultimi anni sono stati interessati da problemi logistici non può, in un’ottica di opportunità politica ed economica, giustificare la creazione di nuovi disagi per altri Istituti in nome di una incomprensibile logica di compensazione.

Per i motivi sopra elencati l’intera comunità docente del Liceo Vasco-Beccaria-Govone ha votato in collegio docenti, in modo unanime, contro la decisione di tale spostamento e si propone di continuare ad esporre il proprio dissenso nelle sedi opportune”.

 

 

 

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