MONDOVÌ
17/12/2025 - 09:02
di p.cam
Abbiamo intervistato il consulente di mercato e ds monregalese Malu Mpasinkatu, al centro dell’attenzione mediatica per il programma di SportItalia in cui la Coppa d’Africa è stata presentata con il ritornello de “I Watussi”, per parlare con lui del razzismo nello sport, qui la notizia. «Capitolo chiuso, ma sono argomenti pericolosi e molto “scivolosi” - aggiunge -. E non c’è goliardia che tenga, bisogna stare molto attenti».
- I comunicati ufficiali del calcio locale sono pieni di episodi di razzismo, che ne pensa?
«Bisogna assolutamente tenere lontane dai campi queste persone che hanno pensieri retrodatati sul colore della pelle; non bisogna farli sentire protagonisti e dar loro troppo spazio anche sui media. L’Italia è sempre più multietnica e cosmopolita ed il razzista rimane indietro, lo dice la storia. Gli ignoranti non sanno che il mondo sta cambiando e si evolve. Quando sento di episodi che riguardano i minorenni con i loro genitori ad insultare i compagni di squadra e gli avversari con frasi becere e fuori luogo credo che serva grande severità. Ai nostri tempi, poi, gli allenatori erano veri maestri di vita, anche fuori dal calcio, come lo è stato per me il mister Franco Giuliano».

- Cosa fare per evitare il ripetersi di queste discriminazioni?
«La vicenda legata alla partita di hockey di Merano con la società che ha “daspato” chi ha insultato il giocatore di colore, vietandone a vita l’ingresso al palazzetto dice che bisogna avere la mano pesante: lo dimostra uno sport di “quarta fascia” come l’hockey e lo può fare anche il calcio...
prosegue sul numero in edicola il 17 dicembre
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