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Da donatore di sangue a donatore di midollo: la storia del monregalese Simone Siccardi

Il giovane monasterese racconta la sua esperienza: «Il fastidio che si prova è irrisorio rispetto al bene che si fa»

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Da donatore di sangue a donatore di midollo: la storia del monregalese Simone Siccardi

24/11/2020 - 12:30

Ha deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare tanti altri giovani su un tema così delicato come la donazione di midollo. Lui è Simone Siccardi, 27 anni, originario di Monastero di Vasco e ora impegnato nel percorso di Dottorato presso il Politecnico di Torino. «Ho donato il sangue in modo continuativo per molti anni - spiega - e proprio al Centro Trasfusionale di Mondovì ho letto il primo volantino che parlava dell’ADMO. Mi sono informato e ho deciso di iscrivermi nel registro degli eventuali donatori di midollo. Avevo 21 anni. A dicembre 2019, ho ricevuto la chiamata che mi informava che il mio midollo avrebbe potuto essere compatibile e avrei potuto così cambiare la vita a qualcuno. Ho dovuto fare delle visite e alla fine sono risultato compatibile e così, nel 2020, ho potuto donare presso l’ospedale di Cuneo. L’ho fatto con la modalità per farmaco: 5-6 giorni prima hanno cominciato a somministrarmi un farmaco che permettesse alle cellule del midollo di andare nel sangue. Nei giorni precedenti la donazione ho avuto un po’ di mal di testa, problemi di sonno e sentivo un leggero dolore alle ginocchia. In pratica, come dei semplicissimi sintomi influenzali: un fastidio davvero irrisorio in confronto al benefico che ottiene il ricevente. Non so a chi siano andate le cellule del mio midollo, la donazione è infatti anonima, però ho saputo tramite una lettera che è andata bene e la sua vita è salva. Quello che posso dire a tutti, nello specifico ai giovani, è di non aver paura di donare e di non fidarsi dei tanti stereotipi fuorvianti e falsi che girano intorno alla donazione di sangue e midollo».

La donazione di midollo osseo può avvenire tramite sangue periferico o prelievo. Il prelievo da sangue periferico è un metodo impiegato in media in 8 donazioni su 10. Tale tipologia di prelievo, indicata come aferesi, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto. Il prelievo dal midollo osseo invece consiste nel prelievo del midollo osseo dalle ossa del bacino (tramite anestesia). Questa modalità di donazione ha una durata media di circa 45 minuti. Dopo il prelievo, il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco più di una settimana. Il donatore generalmente avverte solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni. Per maggiori informazioni visitare i siti di Avas Fidas monregalese e Admo.

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