MONREGALESE
10/02/2021 - 11:17
di m.ber
Il destino ha voluto che a tradire uno degli scialpinisti più conosciuti al mondo non fosse una vetta sull’Himalaya, ma una montagna vicino a casa, che conosceva benissimo. Lunedì pomeriggio Carlo Alberto “Cala” Ciment” è stato sorpreso da una grossa valanga mentre scendeva il Col Chalvet in compagnia dell’amico Patrick Negro, in valle Argentera nel Comune di Sauze di Cesana.
La notizia della morte del 46enne ha sconvolto tutto il mondo, e anche il Monregalese, dove “Cala” era molto conosciuto. Il legame con le nostre zone iniziò nei primi anni 2000, quando gestì la Baita sul Monte Pigna, a Lurisia. Da allora aveva sempre frequentato le nostre zone, con i suoi tanti amici, per lo sci, l’arrampicata e la corsa in montagna.
Ottimo alpinista di fama internazionale, con diverse montagne di 8.000 metri scalate, per ultimo il pericolosissimo Nanga Parbat, in Pakistan nel 2019 (la montagna che è costata la vita a Daniele Nardi), era stato anche il capo spedizione di un gruppetto, comprendente quattro monregalesi, tra cui Maurizio Basso di Roccaforte, Dino Bonelli di Prato Nevoso e Joseph Sassano di Villanova, che nel 2016 si erano regalati la cima del Peak Lenin (7.134 metri), in Kirghizistan.
Abbiamo chiesto a loro due un ricordo: [...]
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