MONREGALESE
03/09/2022 - 10:30
di m.ber
Notizia clamorosa quella che arriva da Vicoforte. Il sindaco Valter Roattino ha protocollato le proprie dimissioni da primo cittadino. Una decisione sofferta, maturata nei due giorni successivi all’ultimo Consiglio comunale, nel quale, ancora una volta, i tre gruppi di minoranza avevano fatto capire di avere i numeri per bloccare la sua azione amministrativa.
Dopo l’ultima scissione, con le dimissioni di vicesindaco, assessore e capogruppo consigliare, Roattino aveva deciso di andare avanti lo stesso, reintegrando la Giunta con due assessori esterni. Le dimissioni restavano una delle opzioni sul tavolo, ma tutti si aspettavano che, al massimo, se ne sarebbe riparlato dopo la Fiera del Santuario, in programma la prossima settimana.
Cosa è cambiato? Pare che la minoranza fosse intenzionata a presentare una mozione di sfiducia, si dice già prima dell’inaugurazione dell’8 settembre. Roattino, dunque, avrebbe preferito “giocare d’anticipo” e decidere da solo il proprio destino. Ieri ha riunito il gruppo di maggioranza per comunicare la propria decisione e spiegarne le ragioni.
E adesso? Salvo ripensamenti (il sindaco ha 20 giorni per ritirare le dimissioni), il Comune verrà commissariato, appena 7 anni dopo l’ultima volta (Roattino venne eletto per il primo mandato proprio dopo il commissariamento), per tornare al voto la prossima primavera, assieme ad altri centri della zona, come San Michele e Villanova Mondovì.
La dimissioni di Roattino hanno una ripercussione anche sulle imminenti elezioni per il presidente della Provincia: in caso di sfiducia della minoranza, infatti, il sindaco avrebbe dovuto convocare un Consiglio comunale per discutere la mozione (non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione). Probabilmente, dunque, l’attuale Consiglio sarebbe rimasto in carica fino al 25 settembre, data delle consultazioni di secondo livello. Robaldo avrebbe potuto contare su 7-8 consiglieri a proprio favore in un Comune di fascia B. Con le dimissioni, invece, una volta emesso il decreto di commissariamento il Consiglio non è più in carica e gli amministratori vicesi non potranno votare.
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