MONREGALESE
06/12/2024 - 12:18
Ha acceso un dibattito in paese, a San Michele Mondovì, l’appello di una famiglia che da un paio d’anni abita in un alloggio di edilizia sociale in centro. Sono in sei, padre e madre con quattro figli minori a carico e, a quanto scrivono, altri nuclei famigliari si troverebbero nella loro stessa situazione. La casa era stata loro assegnata per “emergenza abitativa” dalla precedente Amministrazione comunale nel 2022: il contratto aveva durata di un anno ed è stato prorogato l’anno scorso, poco dopo l’insediamento della Giunta Aimone.
L’immobile è di proprietà comunale ma la gestione è in capo all’ATC di Cuneo. “Recentemente – scrivono -, abbiamo ricevuto una comunicazione in cui ci viene intimato di lasciare l’alloggio popolare entro trenta giorni. Non ci sono state fornite motivazioni chiare per questa decisione e non abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con la nuova amministrazione comunale per cercare una soluzione alternativa. Ci troviamo ora in una situazione disperata: senza un alloggio alternativo e con figli minori a carico, rischiamo di finire per strada. Attualmente non siamo in grado di affrontare le spese di affitto di un nuovo alloggio e non siamo in grado di fornire le necessarie garanzie. Inoltre, il breve termine entro cui dobbiamo lasciare l’abitazione non ci consente di trovare una soluzione alternativa in tempi rapidi. Vogliamo sottolineare che siamo sempre stati in regola con i pagamenti relativi all’affitto dell’alloggio popolare”.
La lettera si conclude con un appello: “Chiediamo con urgenza un intervento da parte delle istituzioni e della comunità per evitare che due famiglie con minori si ritrovino nuovamente senza un tetto. È impensabile che bambini innocenti debbano pagare le conseguenze di una decisione che sembra più politica che legata a reali necessità”.
L’appello per la ricerca di una nuova casa è stato anche pubblicato sul gruppo Facebook del paese e affisso su un paio di bacheche in paese. Il contenuto non è piaciuto al sindaco Aimone, che nella giornata di mercoledì ha sporto querela per diffamazione davanti al maresciallo capo della stazione dei carabinieri. «Quanto scritto dalla famiglia non corrisponde al vero. Più di un anno fa, al momento della proroga, avevamo fatto presente che la normativa non avrebbe consentito ulteriori proroghe (in base a quanto disposto dalla legge emergenza abitativa art.6 lett. a del Regolamento Regione Piemonte n 12R del 4/10/2011) e quindi avrebbero dovuto fin da subito cercare una sistemazione alternativa. Sono state effettuate, dunque, tutte le comunicazioni del caso. In ogni caso spetta all’ATC trovare una nuova sistemazione, nessuno finirà in mezzo alla strada. L’appello diramato ai giornali ha un contenuto diverso rispetto a quello pubblicato su Facebook e nelle bacheche del paese: in quest’ultimo ritengo siano stati utilizzati contenuti e toni diffamatori verso l’Amministrazione che rappresento. Per questo motivo ho ritenuto di sporgere querela ai Carabinieri. Trovo riprovevole “dare contro” anziché ringraziare la comunità in cui si viene ospitati e aiutati».
Sul punto è voluto intervenire anche il capogruppo della minoranza Domenico Michelotti: «Anche noi facciamo parte di questa Amministrazione, seppur in minoranza: ci dissociamo da queste scelte e decisioni, pensiamo che il confronto con ogni cittadino sia sempre preferibile».
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