MENU

CASTANICOLTURA

Inaugurato a Chiusa Pesio il “Living Lab”, per una gestione sostenibile dei castagneti

Illustrate al Centro di castanicoltura alternative all’abbruciamento dei residui

CONDIVI QUESTA NOTIZIA:

16/11/2024 - 17:53

Venerdì mattina il Centro regionale di Castanicoltura in regione Gambarello, a Chiusa Pesio, ha ospitato la presentazione del progetto “Living Lab”, per la gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno. C’è un’alternativa “green” all’abbruciamento di ricci, foglie, bucce e residui di potature, che rilascia nell’aria monossido e biossido d’azoto. Questi “scarti” possono avere una nuova vita, diventando pannelli da utilizzare per la bioedilizia. Dalla cellulosa, senza l’aggiunta di additivi chimici, si ottiene un pannello equivalente al sughero come resistenza termica, che pesa la metà rispetto al legno ed è il doppio più isolante. E che, a fine ciclo, può essere smaltito in ambiente, visto che nel giro di 8 settimane diventa humus. Questa e altre innovazioni sono state illustrate dai rappresentanti della ditta Bertech e di Silvateam, leader internazionale nella produzione di estratti digitali.

In Piemonte sono circa 200 mila le tonnellate di biomasse della filiera del castagno da gestire ogni anno: la trinciatura di foglie, ricci e scarti forestali e altre tecniche favoriscono una degradazione più rapida in compostaggio. All’evento di presentazione di Living Lab, promosso anche da Uncem, hanno partecipato l’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo, l’assessore all’Agricoltura e ai Parchi Paolo Bongioanni, il direttore della Direzione regionale Agricoltura e Cibo Paolo Balocco, il direttore generale dell’Università di Torino Andrea Silvestri, la consigliera regionale Giulia Marro e l’assessora del Comune di Cuneo Sara Tomatis, oltre ad alcune classi dell’Istituto comprensivo di Chiusa Pesio.

Nell’occasione sono state presentate alcune novità importanti per il centro di castanicoltura chiusano, come le nuove celle frigo, il fitotrone per monitorare la crescita delle piante e la nuova saletta per gli incontri di formazione e didattici. La mattinata si è conclusa con la visita al Castanetum, un’area di cinque ettari con 130 cultivar provenienti da tutta Italia e da diverse parti del mondo. Un vero e proprio “laboratorio a cielo aperto”, che 20 anni fa, grazie alla sinergia tra Regione, Università di Torino e Comunità montane ha visto la creazione di un punto di riferimento a livello nazionale per la filiera della castanicoltura.

Ulteriori informazioni sull'edizione cartacea

Edicola digitale

Sfoglia

Abbonati

LE ALTRE NOTIZIE

Powered by Gmde srl