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METEO

Dopo la fresca pausa atlantica, lo spauracchio del ritorno dell'Africano

Da Ferragosto si potrebbe risalire addirittura a 35°

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Per Capodanno “il passato non dimentica” e il nostro meteo “fa ginnastica”.

09/08/2023 - 08:42

di Fulvio Romano

È una fortuna che quella sorta di lungo film dell'orrore che la vicenda del riscaldamento ci impone da vent'anni abbia a volte qualche intervallo intermedio. Pause a loro modo ristoratrici, isole di un respiro di soddisfazione se non altro per la psiche che patisce anche più del fisico un cambio climatico pieno di incognite. Questo, una pausa di spensieratezza e di riconquistata goduria estiva, sono stati questi giorni rinfrescati dall'Atlantico. Ne parliamo qui come di un, anzi “del” refrigeratore della nostra landa che, senza Atlantico rimarrebbe immersa in un catino alpino aperto agli arrembaggi africani oppure alle calate verso Sud delle gelide armate dell'Artico.

Queste ultime si sono nei decenni rarefatte, mentre è l'Africano da trent'anni a prevalere un po' in tutte le nostre stagioni come ha dimostrato l' ultimo luglio. Un mese record e asfissiante per il Centro-Sud, isole comprese, da cui invece noi siamo sopravvissuti proprio grazie alle infiltrazioni umide e fresche dell'Atlantico. Provare un brivido di freddo per i 13,5° dell'altra mattina (ma 9,5° ai Passionisti di Mondovì) e leggere poi che in campagna aperta e bassa si era arrivati a 8° scarsi e a 7° nelle valli è stato quasi un sollievo dopo tante notti umide e insonni per i 25° gradi che aleggiavano tra caseggiati, marciapiedi ed asfalti. Ma quel che più ci ha colpito e soddisfatto è stata la remissione dell’umidità calata di colpo in poche ore dai 70/80% di media a 30%  sotto le brezze di Foehn secco che calava dalle Alpi, mentre l'arco montano si svestiva finalmente del grembiule di bambagia grigia delle foschie di inquinamento e del calore sahariano.

Vorremmo fare l'abbonamento annuale a queste folate. Magari fosse possibile. Ci rallegrano l'umore e ci salvano i polmoni, mentre a volte (a parte i possibili nubifragi) ci regalano anche qualche pioggia che va a rimpinguare falde e torrenti. Dopo il munifico piovoso maggio, le nostre acque in questi giorni stanno tornando alle miserie del passato inverno. E allora, osservando le previsioni o meglio le tendenze dei modelli matematici per i prossimi giorni e le prossime settimane vorremmo chiedere all'Atlantico un piccolo sforzo in più. Che riesca a limitare e a tratti anche sconfiggere la nuova avanzata dell'Africano che si prospetta a partire da giovedì, prima debole e attenuata, ma che poi dal Ferragosto minaccia di risalire fino a noi con 35 gradi e più di massima.

Che l'Atlantico ci permetta di rinfrescarci ancora ma che anche riporti un po' d'acqua che attenui calori e sole intenso previsti implacabili da qui fino al 18-20 agosto. Una speranza e una preghiera che non costano nulla e che potrebbero dare un po' di prospettiva ad un paesaggio di campagna che mai come quest'anno è fitto di mais. Mais dappertutto, potessero anche sui tetti dei capannoni della campagna cuneese. Mais anche dove mai l'avevamo visto coltivato. Mais nonostante le promesse di colture alternative, meno idrovore, affamate di acqua come questo mais per gli allevamenti intensivi che ammorbano falde e l'aria che respiriamo.

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